a Trieste - "ove son tristezze molte e bellezze di cielo e di contrada" per dirla con il poeta - c' era in Riva Nazario Sauro la Pescheria Centrale, costruita ancora in epoca austro-ungarica nel 1913 da certo architetto Giorgio Polli, ispiratosi al modello basilicale di edificio pubblico della romanità classica
tre ampie navate destinate al vero e proprio mercato al minuto aperto al pubblico, un pronao per le aste del pesce, una struttura a campanile, bella trovata architettonica per ospitare in posizione elevata il serbatoio d' acqua marina, l' ampio spazio interno suddiviso da pilastri in cemento armato a sostenere le volte, le pareti esterne di mattoni e pietra bianca alleggerite dagli ampi finestroni
costruito a pochi metri dal mare in equilibrio e perfetta armonia tra la visione delle acque antistanti e dei begli edifici delle rive subito retrostanti
una struttura architettonica sarcasticamente - vista la destinazione - pensata a imitazione di una chiesa, tant è che la proverbiale caustica ironia dei triestini l' aveva ribattezzata "Santa Maria del guato"
mi piaceva quando avevo una mattina libera entrare in quegli spazi ampi e luminosi e lasciarmi assalire dall' odore penetrante del pesce fresco, coinvolgere dalle grida e dai richiami dei venditori, osservare l' animazione degli acquirenti in cerca del prodotto più fresco al miglior prezzo
tempi andati, con la crisi della pesca e del mercato al dettaglio, tutto è terminato sul finire del secolo scorso
ora però un bel restauro e recupero funzionale dello storico edificio ha trasformato la Pescheria Centrale in uno spazio espositivo con auditorium per mostre d' arte e convegni
io lo trovo bello, ma solo se non ripenso a quelle emozioni ittico marinare di allora e soprattutto se cerco di dimenticare il brutto nome che gli hanno dato, "Il salone degli Incanti", chissa perchè
per me, ogni volta che torno a Trieste a visitare qualche mostra d'arte quel luogo resta e resterà sempre la Pescheria Centrale
le foto del secolo scorso sono scattate con una vecchia Lubitel, biottica medioformato sovietica, quelle dei nostri giorni con reflex digitale Nikon D90
tre ampie navate destinate al vero e proprio mercato al minuto aperto al pubblico, un pronao per le aste del pesce, una struttura a campanile, bella trovata architettonica per ospitare in posizione elevata il serbatoio d' acqua marina, l' ampio spazio interno suddiviso da pilastri in cemento armato a sostenere le volte, le pareti esterne di mattoni e pietra bianca alleggerite dagli ampi finestroni
costruito a pochi metri dal mare in equilibrio e perfetta armonia tra la visione delle acque antistanti e dei begli edifici delle rive subito retrostanti
una struttura architettonica sarcasticamente - vista la destinazione - pensata a imitazione di una chiesa, tant è che la proverbiale caustica ironia dei triestini l' aveva ribattezzata "Santa Maria del guato"
mi piaceva quando avevo una mattina libera entrare in quegli spazi ampi e luminosi e lasciarmi assalire dall' odore penetrante del pesce fresco, coinvolgere dalle grida e dai richiami dei venditori, osservare l' animazione degli acquirenti in cerca del prodotto più fresco al miglior prezzo
tempi andati, con la crisi della pesca e del mercato al dettaglio, tutto è terminato sul finire del secolo scorso
ora però un bel restauro e recupero funzionale dello storico edificio ha trasformato la Pescheria Centrale in uno spazio espositivo con auditorium per mostre d' arte e convegni
io lo trovo bello, ma solo se non ripenso a quelle emozioni ittico marinare di allora e soprattutto se cerco di dimenticare il brutto nome che gli hanno dato, "Il salone degli Incanti", chissa perchè
per me, ogni volta che torno a Trieste a visitare qualche mostra d'arte quel luogo resta e resterà sempre la Pescheria Centrale
le foto del secolo scorso sono scattate con una vecchia Lubitel, biottica medioformato sovietica, quelle dei nostri giorni con reflex digitale Nikon D90
Ancora una volta una bella storia per accompagnare le tue foto. Quelle fatte con Lubitel sono davvero molto belle. Ti capisco quando dici che per te questo posto restera per sempre la Pescheria Centrale.
RispondiEliminaCaro Marco,
RispondiEliminaproverò ancora una volta a rispondere qui anche se ho paura che le parole spariscano come sempre. Le tue foto della pescheria mi fanno particolarmente piacere, sia perchè, come al solito, sono bellissime, sia perchè la pescheria era il luogo in cui mi portava il nonno Giovanni, papà di mio papà, e dove io non volevo mai andare. Anzi, ripensando a quanto recalcitrassi, mi rendo conto di quanto poco capissi da bambina. Quando poi sono cresciuta e ho capito che il luogo era stupendo, era troppo tardi! Lo spazio espositivo è senz'altro bello, ma vuoi mettere il mercato del pesce!
Grazie, grazie, grazie
Susi
Caro Marco, bellissime le vecchie foto della Pescheria Centrale. Che peccato che non ci sia più! Concordo con il precedente commento che l'attuale restauro e utilizzo è senz'altro valido ma sicuramente il mercato del pesce aveva tutt'altro fascino!
RispondiEliminaCiao
Fabio
grazie Fabio!
Elimina...sic transit...
RispondiEliminaGrazie Anonimo,
Eliminai commenti sul mio blog sono sempre graditi, specialmente se completati dal l'aggiunta del proprio nome.