giovedì 29 ottobre 2015

photoshow 2015

sarà che con l'età si diventa sempre un pochino più critici ed esigenti, dopo averne viste tante, ma ogni volta questa manifestazione, vista giorni fa con un paio di amici,  mi piace sempre meno, del resto mi aveva già deluso  anche l' evento di due anni fa

una  volta almeno  il fotoamatore dilettante tornava a casa aggiornato sulle novità del mercato, c'erano nel periodo pre-internet solo le riviste di fotografia per farlo, e spesso  con la piccola soddisfazione di un rullino omaggio, o più tardi e già in epoca digitale di una schedina SD o una confezione di carta per stampa inkjet

da un po' invece più nemmeno questo, le aziende spendono in altro modo, evanescente e solo  di immagine, il loro budget  pubblicitario

così vengono invitati sedicenti grandi fotografi o guru del post-processing digitale a pontificare e parlare di aria fritta

sparita purtroppo quest' anno  la sezione dedicata all' usato e/o antiquariato fotografico, in cui piccoli commercianti del settore sciorinavano le loro più o meno vecchie glorie, con la possibilità con un po' di fortuna di fare qualche discreto affare o trovare qualche accessorio, adesso che di nuovo la fotografia tradizionale sta godendo di una certa rivalutazione: non sono pochi infatti anche tra i giovani quelli che (ri)scoprono  l' analogico per il suo valore espressivo e per differenziare il proprio stile da quelli dominanti

prezzi d' affitto degli stand alle stelle, sostenibili solo da grandi firme e grandi aziende, tutto molto commerciale e modaiolo, in zona Tortona a Milano, il vecchio quartiere  industriale e operaio, le vecchie fabbriche trasformate in uno dei nuovi centri della "movida"

la sezione cosiddetta "culturale" di questa edizione poi mi è sembrata davvero povera, se non  penosa,
con l' immancabile richiamo  all' EXPO  e all' argomento  alimentare e i patetici workshop dedicati alla food photography, con tanto di cuoco in pedana e fotografo che lo tampina alle costole, l' uditorio ingolosito più dai profumini che esalano dai fornelli che dall' argomento trattato

specialità fotografica professionale di tutto rispetto, certo,  ma qui appariva banalizzata ad usum del grosso pubblico, affinchè  poi si inondino  i social network di immagini  di  piatti, preparati da mogli mamme  o fidanzate o semplicemente ordinati al ristorante, scattate in qualche modo con uno smartphone per dire agli amici "guarda cosa mangio di buono oggi",  poichè  sembra che oramai in questo Paese non si sappia o possa parlar d'altro che di  cucina, di cuochi o di mangiare, finito il tempo dei grandi temi, degli ideali, dei progetti e dell' impegno

poi qualche striminzita  esibizione di immagini d'autore o di dilettanti, relegata alle pareti perimetrali dello spazio espositivo, ma niente di sconvolgente

tra le grandi marche, vistosamente assente Olympus (alla Nanni Moretti: mi si nota di più se vengo o se non vengo?), forse proprio a testimoniare  della perdita di significanza dell' evento photoshow, ora che la maggior parte del mercato, delle discussioni tra esperti e tra appassionati,  della promozione avviene attraverso la rete

lo stand  Nikon stranamente avvicinabile, incredibilmente senza coda la possibilità per i nikonisti di toccare con mano gli ultimi modelli di reflex con le relative ottiche,   mentre ho visto  gran ressa di canonisti al banco dei concorrenti, chissà che questo non sia un segno importante..

stranamente meno presenti e provabili  le compatte evolute, nonostante interessanti novità, ad esempio in casa Canon, come se la spinta promozionale fosse tutta concentrata sul settore reflex, che secondo alcuni avrebbe gli anni contati, essendo proprio la tecnologia digitale a rendere sempre più appetibili e performanti le mirrorless

lodevole eccezione il padiglione Fuji, secondo me insieme a Olympus la casa che più di ogni altra produce vera innovazione tecnologica in fotografia, con tanti apparecchi da toccare e valutare con le proprie mani e i propri occhi

l' aristocratica Leica quest'anno era  presente, ma - "splendido isolamento" - distaccata in una sede lontana, piuttosto squallida e per nulla attraente a dire il vero,  con le sue novità inarrivabili  per i comuni mortali e forse un po' inutili,  tipo la nuova SL, detto da me, che per il photoshow ho girato con una Leica al collo

poi  ancora i soliti fotoamatori, rigorosamente maschi, alle sessioni di shooting, assatanati con i loro super-tele fallici,  sbavanti e miranti verso le solite modelle oggetto più o meno svestite, ma io ne ho trovate anche un paio graziose e fini, che solo in pochi fotografavano

ho trovato invece interessante un evento di shooting: in azione l' artista urbano  MR.Wany,  pittore murale e street performer, però stranamente snobbato dal pubblico, salvo qualche rara presenza, guarda caso femminile

totalmente assente infine dal punto di vista merceologico  il settore di fotografia smartphone, certo si tratta della concorrenza, ma una sezione dedicata ad esempio alle tante app di fotoritocco, per migliorare le immagini acquisite col cellulare, che oggi ha preso il posto dellla compattina usa e getta o punta-e-scatta di una volta, sarebbe stata interessante:
in fondo per molti oggi lo scatto col cellulare è il primo passo per avvicinarsi all' immagine, alla fotografia e alla macchina fotografica "vera"

tant' è che un interessante spazio era dedicato proprio a immagini e reportage ripresi col cellulare e a nuovi social dove esibirli e  metterli in vendita in una sorta di agenzia fotografica, vedi l'esempio  di picwant











                 Leica M9 - Summilux 50 mm e (in prova) Biogon Zeiss 35 mm  f 2 ZM

domenica 25 ottobre 2015

La Verdi Baby

non l'orchestra giovanile, la Verdi Junior e le sue filiazioni, ma fotografie scattate durante le prove dell' orchestra maggiore  utilizzando il Lensbaby, una specie di obiettivo  - giocattolo, il  cui barilotto è costituito da un soffietto di materiale plastico espandibile e deformabile, utilizzabile per otrenere effetti  di messa a fuoco super-selettiva ristretta su un determinato piano focale  e su una precisa  area del fotogramma, con risultati di  sfuocato marcato nelle aree decentrate rispetto al punto di focheggiatura

certamente non è non un mostro di perfezione ottica ed è piuttosto difficile da usare al meglio, per ottenere almeno una zona di nitidezza decente e proprio nell' area  specificamente  desiderata, perciò è divertente e insieme impegnativo  da usare per ottenere risultati  espressivi

io lo utilizzo  molto  poco e solo quando fotografo i musicisti,  per cercare di rendere in maniera meno realistica e più emozionale  l' idea stessa della musica, del suo dinamismo e della sua forza, dell'  azione trascinante  del direttore e degli effetti psicosensoriali che l' esperienza totale,  auditiva e visiva della musica esercita sull animo dell ' ascoltatore















lunedì 19 ottobre 2015

Non spiare nei miei canti

Il titolo del primo dei cinque   Rückert Lieder, i versi del poeta tedesco musicati da  Gustav Mahler.

L' artista non ama la curiosità nei confronti del proprio lavoro creativo, della sua opera ancora nella fase del suo divenire,  prima che " l' artigianato " - cioè i ferri del mestiere - l' abbiano trasformata in "arte"..

Allo stesso modo una donna  non ama presentarsi al mattino senza  aver completato la sua toilette, oppure,  dice il poeta,  le  api  edificano le loro mirabili cellette al riparo da sguardi indiscreti, per concedere solo dopo,  a lavoro ultimato, tutta la ricchezza e dolcezza del favo ripieno di miele.

Che c'entra tutto questo con il lavoro del fotografo ?

Chi scatta avendo già in mente ("previsualizzato", diceva Ansel Adams) qualcosa del risultato finale che spera di ottenere non ama che si curiosi tra le sue immagini prima che esse siano opportunamente "editate", termine dell' epoca  digitale della fotografia, ma che altrettanto ben si adatta a quella analogica.

Per favore non guardate le mie immagini nel display  della macchina o dello smartphone, non curiosate tra i miei file ancora grezzi, tra i miei provini,  o tra i miei negativi.

Sono solo delle mie idee, dei progetti, dei miei pensieri, delle emozioni catturate, che aspettano un secondo momento di attenzione e meditazione per essere completati,  per essere poi presentati, comunicati  come una  affermazione finita.

Blicke mir nicht in die Lieder,  non prima d' aver terminato l' armonizzazione e la strumentazione








lunedì 12 ottobre 2015

was mir die Musik erzählt

la musica

l' arte dei suoni e delle emozioni

come esprimere con un' immagine quello che la musica suscita nell' ascoltatore?

nella sua monumentale Terza Sinfonia, Gustav Mahler ha  tentato di esprimere l' intero universo, si è ispirato per i sei movimenti a quel che la Natura "racconta":

Was mir die Blumen auf der Wiese erzählen
Was mir die Tiere im Walde erzählen 

... cosa mi narrano le montagne, cosa mi raccontano i fiori del prato, gli animali del  bosco, la notte, le campane, l' amore ...

cosa mi racconta la musica?

qualche cosa che evoca il movimento ed il tempo insieme, del resto le parole movimento e tempo sono proprie del linguaggio musicale

la musica scioglie  la mente e le emozioni  e le fa  viaggiare liberamente nel tempo e nello spazio


                                                   Nikon DSLR - zoom bursting

lunedì 5 ottobre 2015

keep calm

and carry on

una fortunatissima espressione e un logo grafico  che hanno  in realtà origini storiche lontane,  ideati dal governo britannico a scopo propagandistico per sostenere il morale della popolazione alla vigilia  del secondo conflitto mondiale

diventati oggi, dopo la  riscoperta negli archivi governativi,   un marchio parodiato, copiato e riprodotto in maniera "virale" per i più innumerevoli usi pubblicitari e su internet, i social network e naturlamente le T-shirt

ma la sua declinazione più bella  secondo me è quella  che ne ha dato  il maestro Axelrod

qualcosa che in italiano suonerebbe più o meno così:

tienti calmo e dirigi l' orchestra !



                                                                Nikon DSLR