sabato 22 giugno 2013

una rivoluzione culturale

revolution:

portare la buona musica a tutti,   scendendo dal piedestallo del palco da  concerto convenzionale, e vestiti in maniera informale, suonando in jeans negli abiti di  tutti e di tutti i giorni, dialogare  col pubblico e mediante l' uso scenografico della luce e di suggestioni cromatiche  far partecipi  gli  ascoltatori   anche della bellezza e teatralità  del gesto musicale

è questa la piccola rivoluzione  di Matthieu Mantanus e del suo progetto jeans music

ecco alcune coloratissime  immagini del  primo concerto del 20 giugno a Milano












lunedì 17 giugno 2013

jeans music

portare la musica a livello di  tutti, anche quella cosiddetta colta, senza  che la barriera  della sala da concerto, dell' abito nero e  del frac tenga lontana e intimidisca quella parte di pubblico che può esserne intimorita e che non si ritrova nel tradizionale  rituale paludato,  serioso e distaccato

non servono laurea e  conservatorio per capire e apprezzare la musica, serve solo un po' di abitudine all' ascolto, poi la musica sa parlare al cuore di tutti:
si può portare Beethoven nel XXI secolo  senza cambiare una sola nota,  dice Matthieu Mantanus, il giovane direttore d' orchestra allievo di Sinopoli  che ha creato il progetto jeans music

noi suoniamo vestiti come  voi, dicono i musicisti

una nuova idea di fruizione e di spettacolo musicale,  tanto in una sala ma anche in una piazza,  creando   un' atmosfera amichevole, di festa  e rilassata, utilizzando  anche   - perchè no -  fasci  di luce colorata per sottolineare i momenti sonori  e  un microfono per aggiungere qualche parola, dialogare con il pubblico e raccontare  quello che si sta suonando

uno nuovo stile, un po' simile al   concerto pop, senza  abbasare il livello e la qualità della musica,  perchè sia il muscista  a scendere dal suo  piedistallo e mettendosi al livello di un pubblico più vasto sappia trasmettere a ogni ascoltatore  tutta la  potenza espressiva e la grande energia esplosiva della musica











giovedì 13 giugno 2013

Lisbon Story

affascinato dalle atmosfere della  città, come Wim Wenders in Lisbon Story, ecco qualche scatto tramviario, "electricos"   e   "elevadores"













mercoledì 5 giugno 2013

zebra jazz

pianoforte, tastiera, pianista, animale, fotografia e  musica, tutto in bianco e nero





                                                               Leica M9

sabato 1 giugno 2013

fado di Coimbra

se il fado di Lisbona è "meu vagabondo de rua",  è popolare, di strada, di taverna, a Coimbra l' umore è diverso

nella città universitaria dove si forma l ' "intelligencija" portoghese il fado diviene, colto, intellattuale, ricercato

la parte strumentale è anche qui affidata alla guitarra portuguesa a 12 corde e alla "viola" (la nostra chitarra acustica), la prima che più ancora che nel fado lisbonese ricama la melodia del canto, la seconda con funzione di accompagnamento

la voce però è qui solo maschile,  tradizionale  canto  studentesco,  e i  temi sono  la serenata  per l'  amata, la  celebrazione della città, della vita  studentesca o della "saudade"  per la fine degli studi,  o talora anche   canto di protesta o   di  nostalgia del passato e della giovinezza

 il fado di Coimbra ha degli aspetti  più sociali e celebrativi, e viene cantato  più nelle strade e nelle piazze - ad esempio per la "despedida" di fine  anno academico -  che nei  locali chiusi

emozionante ascoltare il cantante, che avvolto nel  mantello nero del traje,  divisa dello studente cunimbricense (credo si dica così ),   ha un aspetto solenne, quasi ieratico, sembra stia espletando un rituale

una bella esperienza musicale, ma  io forse preferisco l' altro fado, quello più popolano nato nelle  bettole di Alfama e della Mouraria,   in cui il coinvolgimento anche e soprattutto  della voce femminile suscita emozioni di  una  passionalità più intensa