mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile

un giorno da onorare, ancora oggi, con fermezza e senza retorica

un giorno per rendere omaggio alla memoria di quanti soffrirono e di quanti persero la vita per lottare contro la barbarie nazifascista

sì, lo so, quella  non è stata  l' unica barbarie che la storia del  novecento ha conosciuto, ma è stata la forma con cui il totalitarismo si è manifestato nel nostro Paese, quella contro la quale  la "meglio gioventù" di allora ha dovuto combattere

sì, la parte migliore, non c'è revisionismo più  o meno striscante, che possa eqiparare  chi il nazismo lo ha combattuto a chi lo ha avuto come alleato

ora il mondo è cambiato, altri pericoli minacciano la pace,  il benessere e la libertà dei popoli, penso alla dittatura strisciante dei poteri finanziari, al pericolo dei nuovi populismi e delle ventate di  sfducia nella democrazia, in questa nostra Europa unita che poprio dalla lotta ai totalitarsmi era nata come progetto di  unione tra popoli, non   tra banche e istituzioni finanziarie

la libertà e la democrazia non sono mai date per sempre, ogni generazione deve meritarle, conquistarle, tramandarle

io ogni 25 aprile vado alla manifestazione  in piazza del duomo a ricordare chi  ha contrbuito a  farmi nascere in un paese libero





venerdì 20 aprile 2012

doppio gatto

la doppia esposizione è una vecchia tecnica fotografica che consiste nell' esporre due volte lo stesso negativo con immagini diverse, senza far avanzare la pellicola ricariando l' otturatore

si sovrappongono così due immagini, che saranno  la fantasia e creatività del fotografo a scegliere e ad accostare - ancora  prima dell' era di photoshop era possibile in questo modo  creare una nuova realtà immaginaria e virtuale

non tutte le macchine fotografiche consentivano di fare ciò, ma per fortuna  oggi  con alcune digitali, reflex e non,  la doppia esposizione è di nuovo possibile

così è divertente provare a inventare qualcosa  componendo mentalmente in pose diverse  lo stesso o diversi soggetti, accostando i due o più fotogrammi da  sovrapporre

la mia amica Ksenija è maestra in quest' arte, guardate ad esempio come in questa e in quest' altra  immagine riesce ad evocare poeticamente stati d' animo e suggestioni quasi psicanalitiche

io molto più banalmente  comincio con questa doppia esposzione della mia gattina Nina, ma mi riprometto con calma di fare qualcosa di più originale  in futuro





martedì 17 aprile 2012

15 mm

ho trovato una splendida occasione, di  seconda mano 
un 15 mm  Heliar Cosina Voigtlaender, obiettivo supergrandangolare con attacco Leica a vite, super leggero e compatto, perfetto per la Leica III del 1934, ricordo di mio papà e ancora perfettamente funzionante

un vero piacere  andarsene a fotografare in giro per la città, con più di una persona che si ferma a guardarti e ti chiede che cos'è quella splendida "vecchia signora" che hai tra le mani, ancora piena di fascino nonostante i suoi anni

ancora una  volta un' occasione  per apprezzare oltre alla qualità la praticità della Leica e in generale delle macchine a telemetro rispetto alle reflex
un obiettivo di pari focale per una reflex, ad esempio il 14 mm 2.8 Nikon,  è un enorme vetro di quasi 700 g di peso, mentre l' Heliar, di dimensioni davvero ridottissime,  pesa poco più di 100 grammi


ma a parte questo piacere, la sfida della fotografia  supergrandangolare è un  impegno davvero difficile
il grandangolo non serve per far entrare "più roba" possibile nel campo inquadato, ma  per entrare nel pieno dell' azione, della scena inquadrata
fotografare con il superwide vuol dire avvicinarsi al soggetto, entrare in diretto contatto e questo  non è sempre facile o possibile
bisogna insomma un po' "sporcarsi le mani",  autoimmergersi nell' azione, bisogna portare l' osservatore della foto nel bel mezzo della scena, andare a sbattere col proprio naso con il naso del soggetto, da qui la difficoltà anche psicologica e relazionale che questo tipo di fotografia comporta

con il supergrandangolare il senso di prospettiva viene esaltato,  viene esasperata la differenza tra il piano  vicino e i piani   lontani,  il mancato parallelismo della macchina col livello orizzontale genera evidenti  linee cadenti,  il  campo inquadrato è talmente ampio che nel mirino diventa  difficile controllare tutto quello che  viene compreso nell' inquadratura e  possibili elementi di disturbo che risulterano  poi visiibili nello scatto finale, così come difficile è  rendersi conto che invece un soggetto che ci interessa verrà riprodotto come quasi puntiforme se non ci si avvicina abbastanza

 insomma si tratta di un bella sfida che richiede impegno e sperimentazione continua

ecco alcuni dei miei  tenativi iniziali , con Acros 100 sviluppata in Rodinal 1 : 100 stand, interessanti per me, ma  solo un primo passo sapendo di aver ancora molto da  imparare




giovedì 12 aprile 2012

self

l' autoritratto è una pratica artistica antica quanto l' arte figurativa stessa con esempi che risalgono all' antico Egitto e alla Grecia dei tempi di Fidia

il  pittore ama ritrarre se stesso
a volte  si presenta per autopromuoversi,  raccontandosi mentre esegue il suo lavoro con in mano tavolozza e pennelli o mettendosi in posa in maniera più formale  per dare di sè un' immagine che suggerisca  peculiari caratteristiche psicologiche e morali
altre volte inserisce la sua effige come personaggio minore in un suo quadro, come una sorta di autografo,   di citazione di sè

è con il Rinascimento  e poi con l' epoca borghese  e lo sviluppo dell' interesse per l' analisi psicologica dell' individuo che, anche grazie alla disponibilità dello specchio, con la crescita della ritrattistica si diffonde anche l' autoritratto

forse è a causa della maggior attitudine femminile e piacere quotidiano nell'  uso dello specchio  che l' autoritratto sembra una forma espressiva  particolarmente amata dalle pittrici, da Artemisia Gentileschi a Frida Kahlo, più ancora che dagli uomni

anche la fotografia, che  fin dai suoi albori si è imposta tra l' altro proprio per la sua capacità di fornire un' alternativa alla pittura in particolare  nel campo della ritrattistica,  non poteva mancare di sollecitare  la componente narcisistica  dei sui utilizzatori, dando vita così al  filone autoritrattistico  con il mezzo fotografico

da semplici scatti ottenuti rivolgendo verso di sè la macchina a braccio esteso, a composizioni più ricercate create davanti alla macchina montata sul cavalletto o in studio, a immagini  ottenute con specchi o superfici riflettenti,  la vanità del fotografo non conosce  limiti espressivi

nemmeno io sfuggo a questo autocompiacimento esibizionistico e sorta di autoerotismo fotografico

e se dal punto di vista psicologico l' autoritratto è la rappresentazione della propria autoraffigurazione, di quello che si crede o si vorrebbe  essere, di come si desidera  che gli altri ci percepiscano,   io non posso immaginarmi e presentarmi altrimenti che in una di queste tre forme, le tre  passioni della mia vita

 in posa davanti alla piccola  Rollei 35 su cavalletto - riflesso nello specchietto dello scooter con  Leica M6 - con la Fuji X 10 tenuta a braccio esteso














sabato 7 aprile 2012

maestro and commander

 Naville Marriner, classe 1924,  maestro concertatore e direttore d' orchestra, nominato dalla regina "Commander of the British Empire" e "Sir"  per i suoi alti meriti culturali, alla bella età di  88 anni impugna ancora con piglio ed enerigia la sua bacchetta e in questi giorni a  Milano ha diretto in un concerto di successo replicato tre volte l' Orchestra Verdi.

E' stato il fondatore negli anni '50 della storica Academy of Saint Martin in the Fields a Londra, compagine inizialmente di ridotte dimensioni dedicata alla riscoperta della musica barocca, via via cresciuta di organico e di repertorio e famosa in tutto il mondo

Il programma del  concerto comprendeva tra l' altro la Fantasia da un tema di Thomas Tallis  (musicista ingelse di epoca elisabetiana) di Ralph Vaughan Williams, utilizzata come colonna sonora del film  Master and Commander, di Peter Weir.

sul podio dunque un maestro e un comandante !









giovedì 5 aprile 2012

Wo die schönen Trompeten blasen

là dove le belle trombe squillano, sul  verde campo di battaglia
il soldato che parte per la guerra andando incontro al suo tragico destino  lascia la sua amata  dalla mano candida come la neve  con la promessa vana, fatta  al canto dell' usignolo,  di ritornare per  farla sua per sempre...

un lied mahleriano del ciclo "des Knabes Wunderhorn",  poesiole popolari  e   piccole storie semplici  che la potenza evocatrice della musica trasforma in   pagine di grande  potenza espressiva e di  tragico significato universale sull ' amore, la vita, l' ineluttabilità del destino...

( link a un altro mio post di ispirazione mahleriana )

due scatti dello stesso soggetto, una bella  e squillante tromba dell' orchestra Verdi di Milano, il primo con Leica M 3 e pellicola Neopan 400, il secondo con macchina digitale Fujifilm

grande casa la Fujifilm, per gli amanti della fotografia, tradizione di grandi pellicole in bianco e nero e a colori e grande innovazione nella fotografia digitale oggi


domenica 1 aprile 2012

pesce d' aprile

si conosce davvero poco sull' origine di questa scherzosa tradizione, diffusa però in tutto il mondo, anche se senza il pesce vero e proprio che pare sia  tradizione solo italica e francese

romana? medievale? legata alle feste per l' equinozio o del capodanno del calendario giuliano ?
origine davvero oscura di questo april fools' day

perciò senza tanti discorsi eccovi un bel "poisson d' avril"

Pescheria di Rialto, a Venezia, Leica  M6