e dopo aver raccontato con le mie fotografie una parte della travagliata vicenda della Darsena milanese, non potevo non concludere con una serie di immagini di cronaca della bellissima giornata di domenica 26 aprile
una festa di popolo intitolata alla "darsena liberata" che ha visto l' area recuperata letteralmente invasa da una folla di cittadini e turisti per festeggiare insieme e in allegria il bel risultato
grandi e piccoli hanno applaudito il sindaco, che a bordo del battello ha tagliato il nastro inaugurale al centro del bacino prima di fare un meritato giro d' onore tra le due sponde
ieri Milano, in una giornata grigia ma che nemmeno la leggera pioggia è riuscita a rovinare, ha davvero riabbracciato la sua Darsena, circondandola in un abbraccio caloroso e avvolgente, proprio come simboleggiava la chilometrica sciarpa che è stata posta a bordare il lungo perimetro, intessuta grazie all' iniziativa dell ' associazione culturale Coinvolgente, da molti anni impegnata nel recupero ambientale del Naviglio Grande
lunedì 27 aprile 2015
domenica 26 aprile 2015
la darsena
milano, 26 aprile 2015 - una data importante
finalmente dopo la lunga asciutta di questi mesi e gli anni di degrado e incuria, con l ' inaugurazione odierna ritorna in vita la Darsena
ho fatto in tempo da ragazzo a vederla com' era
prima che, venuta meno l' attività portuale - l ' attracco dell ' ultimo barcone nel 1979 - l' area venisse gradualmente ma inesorabilmente abbandonata a se stessa e trascurata, le sponde invase da erbacce e vegetazione selvatica, il bacino in parte svuotato e colmato da materiali e detriti vari, fino alla nascita di un isolotto, un habitat naturale arbustivo ed ecologicamente scadente, di degrado urbano, le acque in parte lasciate a ristagnare e imputridire
poi, addirittura con la scusa di bonificare una zona abbandonata, l' idea di impossessarsi di questo luogo pubblico per lottizzarlo, un esproprio all' incontrario, un bene sottratto alla comunità da una classe dirigente municipale affaristico-malavitosa in tutt' altre faccende affaccendata rispetto all' interesse dei cittadini, il progetto di privatizzazione per ricavarne box e garage sotterranei
nei miei viaggi vedevo in tante città in giro per il mondo aree portuali dismesse recuperate e valorizzate, trasformate in veri gioielli dell' urbanistica, in luoghi pubblici e per attività commerciali e di incontro, come ad esempio il Pier 17 a New York, il Pier 39 a San Francisco o il lungo-lago di Chicago o ancora i docks di Londra e Amburgo, ma anche - per restare in patria - il bellissimo recupero del Porto Antico a Genova
e soffrivo doppiamente - ogni passaggio accanto alla Darsena una fitta al cuore - nel paragone con il provincialismo becero e faccendiero dominante nella ex capitale morale meneghina
poi dopo un lungo contenzioso giudiziario, il cambiamento del clima politico in città, l' insediamento della nuova giunta e la forte determinazione del sindaco Pisapia, grazie anche alla spinta positiva dell' EXPO ed ai finanziamenti connessi, il cambio radicale di orientamento e l ' inizio dei lunghi lavori di recupero
è quindi con tanta emozione che ho recuperato alcuni miei vecchi negativi, risalgono alla fine degli anni '70 - per fortuna ben conservati - insieme ad altri scatti più recenti, per ricostruire visivamente una parte di questa lunga e triste vicenda
e per festeggiare questo happy end sono contento di pubblicarli qui sul mio blog, oggi che la vecchia Darsena viene restituita nuovamente a Milano, anzi ai suoi cittadini
prima di correre a partecipare all' inaugurazione, in attesa di nuove immagini della nuova Darsena!
finalmente dopo la lunga asciutta di questi mesi e gli anni di degrado e incuria, con l ' inaugurazione odierna ritorna in vita la Darsena
ho fatto in tempo da ragazzo a vederla com' era
era ancora un vero e proprio bacino portuale, alla confluenza dei due navigli, per l' attracco e lo scarico dei barconi, che trascinati dalla corrente lungo il Naviglio Grande scendevano a Milano carichi di sabbia per le costruzioni edili e ancor più anticamente dei marmi per la costruzione del duomo, a testimonianza che Milano era nata e viveva come una città d ' acqua
un bello e ampio specchio sul quale ristagnavano i bei nebbioni di allora, o nelle belle stagioni si riflettava il cielo azzurro, oppure le facciate degli edifici affacciati lungo le vie circostanti e soprattuttto gli aerei ed eleganti bracci meccanici delle gru e i silos lungo le banchine
un bello e ampio specchio sul quale ristagnavano i bei nebbioni di allora, o nelle belle stagioni si riflettava il cielo azzurro, oppure le facciate degli edifici affacciati lungo le vie circostanti e soprattuttto gli aerei ed eleganti bracci meccanici delle gru e i silos lungo le banchine
prima che, venuta meno l' attività portuale - l ' attracco dell ' ultimo barcone nel 1979 - l' area venisse gradualmente ma inesorabilmente abbandonata a se stessa e trascurata, le sponde invase da erbacce e vegetazione selvatica, il bacino in parte svuotato e colmato da materiali e detriti vari, fino alla nascita di un isolotto, un habitat naturale arbustivo ed ecologicamente scadente, di degrado urbano, le acque in parte lasciate a ristagnare e imputridire
poi, addirittura con la scusa di bonificare una zona abbandonata, l' idea di impossessarsi di questo luogo pubblico per lottizzarlo, un esproprio all' incontrario, un bene sottratto alla comunità da una classe dirigente municipale affaristico-malavitosa in tutt' altre faccende affaccendata rispetto all' interesse dei cittadini, il progetto di privatizzazione per ricavarne box e garage sotterranei
nei miei viaggi vedevo in tante città in giro per il mondo aree portuali dismesse recuperate e valorizzate, trasformate in veri gioielli dell' urbanistica, in luoghi pubblici e per attività commerciali e di incontro, come ad esempio il Pier 17 a New York, il Pier 39 a San Francisco o il lungo-lago di Chicago o ancora i docks di Londra e Amburgo, ma anche - per restare in patria - il bellissimo recupero del Porto Antico a Genova
e soffrivo doppiamente - ogni passaggio accanto alla Darsena una fitta al cuore - nel paragone con il provincialismo becero e faccendiero dominante nella ex capitale morale meneghina
poi dopo un lungo contenzioso giudiziario, il cambiamento del clima politico in città, l' insediamento della nuova giunta e la forte determinazione del sindaco Pisapia, grazie anche alla spinta positiva dell' EXPO ed ai finanziamenti connessi, il cambio radicale di orientamento e l ' inizio dei lunghi lavori di recupero
è quindi con tanta emozione che ho recuperato alcuni miei vecchi negativi, risalgono alla fine degli anni '70 - per fortuna ben conservati - insieme ad altri scatti più recenti, per ricostruire visivamente una parte di questa lunga e triste vicenda
e per festeggiare questo happy end sono contento di pubblicarli qui sul mio blog, oggi che la vecchia Darsena viene restituita nuovamente a Milano, anzi ai suoi cittadini
prima di correre a partecipare all' inaugurazione, in attesa di nuove immagini della nuova Darsena!
sabato 25 aprile 2015
Il sentiero dei nidi di ragno
"dietro il milite delle Brigate Nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazione e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era una lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono"
Italo Calvino
Il sentiero dei nidi di ragno
Fuji X100S
Italo Calvino
Il sentiero dei nidi di ragno
Fuji X100S
venerdì 24 aprile 2015
la città che sale
prendo in prestito il titolo del famoso quadro di Boccioni
in questi giorni pre- EXPO, ultimi sprazzi della frenetica attività con cui la città si prepara al discusso evento
ritardi e mancato completamento dei lavori, il solito malaffare degli appalti e infiltrazioni malavitose, i dubbi per la ricaduta e l' utilizzo di molte opere sul futuro per la città
ma per un momento davanti a questa scena mi lascio trasportare, col pessimismo della ragione, dall' ottimismo della volontà
iPhone Camera
in questi giorni pre- EXPO, ultimi sprazzi della frenetica attività con cui la città si prepara al discusso evento
ritardi e mancato completamento dei lavori, il solito malaffare degli appalti e infiltrazioni malavitose, i dubbi per la ricaduta e l' utilizzo di molte opere sul futuro per la città
ma per un momento davanti a questa scena mi lascio trasportare, col pessimismo della ragione, dall' ottimismo della volontà
iPhone Camera
mercoledì 22 aprile 2015
sheet music
partitura e spartito
la prima è quella che studia e ha davanti a sè il direttore, comprendente in più righi musicali contemporanei l' intera composizione orchestrale
il secondo è la parte del singolo strumento, del singolo esecutore
Leica M6 e M3 - Elmarit M 90 mm - Rollei RPX 400
la prima è quella che studia e ha davanti a sè il direttore, comprendente in più righi musicali contemporanei l' intera composizione orchestrale
il secondo è la parte del singolo strumento, del singolo esecutore
Leica M6 e M3 - Elmarit M 90 mm - Rollei RPX 400
sabato 18 aprile 2015
Symphonie Nr 5
ta-ta-ta-taaa
sol-sol-sol-mi
forse le più famose quattro note iniziali nella storia della musica
forse il brano che nel sentire comune è più di ogni altro associato all' idea stessa, paradigmatica di sinfonia
l ' Orchestra Verdi prova la Quinta di Beethoven con il maestro Jader Bignamini sul podio, in Auditorium
Nikon DSLR
sol-sol-sol-mi
forse le più famose quattro note iniziali nella storia della musica
forse il brano che nel sentire comune è più di ogni altro associato all' idea stessa, paradigmatica di sinfonia
l ' Orchestra Verdi prova la Quinta di Beethoven con il maestro Jader Bignamini sul podio, in Auditorium
Nikon DSLR
sabato 11 aprile 2015
quel cielo di lombardia
è un cielo di pianura, oppresso dal ristagnare per condizioni meteorologiche dei fumi, delle nebbie e dei vapori, la terribile cappa dell ' inquinamento atmosferico padano
una luce a volte opaca, spesso uniforme, piatta, quasi artificiale come quella creata dai diffusori in un set fotografico
a volte questa luce è piacevole, fotograficamente parlando, ma certo non emozionante come la luce di certi cieli nordici, o quella dei paesaggi marini e oceanici o degli scenari di montagna
ma nelle rare giornate d' autunno e di primavera, spazzate e rese brillanti dal vento, allora sì, si può dare ragione al Manzoni
Il cielo prometteva una bella giornata: la luna, in un canto, pallida e senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d'un bigio ceruleo, che, giù giù verso l'oriente, s'andava sfumando leggermente in un giallo roseo. Più giù, all'orizzonte, si stendevano, a lunghe falde ineguali, poche nuvole, tra l'azzurro e il bruno, le più basse orlate al di sotto d'una striscia quasi di fuoco, che di mano in mano si faceva più viva e tagliente: da mezzogiorno, altre nuvole ravvolte insieme, leggieri e soffici, per dir così, s'andavan lumeggiando di mille colori senza nome: quel cielo di Lombardia, così bello quand'è bello, così splendido, così in pace. Se Renzo si fosse trovato lì andando a spasso, certo avrebbe guardato in su, e ammirato quell'albeggiare così diverso da quello ch'era solito vedere ne' suoi monti; ma badava alla sua strada, e camminava a passi lunghi, per riscaldarsi, e per arrivar presto.
I Promessi Sposi
cap XVII
Olympus OM1 - Fomapan 100
una luce a volte opaca, spesso uniforme, piatta, quasi artificiale come quella creata dai diffusori in un set fotografico
a volte questa luce è piacevole, fotograficamente parlando, ma certo non emozionante come la luce di certi cieli nordici, o quella dei paesaggi marini e oceanici o degli scenari di montagna
ma nelle rare giornate d' autunno e di primavera, spazzate e rese brillanti dal vento, allora sì, si può dare ragione al Manzoni
Il cielo prometteva una bella giornata: la luna, in un canto, pallida e senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d'un bigio ceruleo, che, giù giù verso l'oriente, s'andava sfumando leggermente in un giallo roseo. Più giù, all'orizzonte, si stendevano, a lunghe falde ineguali, poche nuvole, tra l'azzurro e il bruno, le più basse orlate al di sotto d'una striscia quasi di fuoco, che di mano in mano si faceva più viva e tagliente: da mezzogiorno, altre nuvole ravvolte insieme, leggieri e soffici, per dir così, s'andavan lumeggiando di mille colori senza nome: quel cielo di Lombardia, così bello quand'è bello, così splendido, così in pace. Se Renzo si fosse trovato lì andando a spasso, certo avrebbe guardato in su, e ammirato quell'albeggiare così diverso da quello ch'era solito vedere ne' suoi monti; ma badava alla sua strada, e camminava a passi lunghi, per riscaldarsi, e per arrivar presto.
I Promessi Sposi
cap XVII
martedì 7 aprile 2015
mudec
il nuovo museo delle culture, a Milano
a pochi passi da casa mia, in via Tortona, nell' area della ex fabbrica Ansaldo
un' inaugurazione tra le polemiche
l' architetto David Chipperfield, autore del progetto iniziale , non ha poi voluto "firmare" la paternità del risultato finale della realizzazione
eseguita, secondo la sua opinione, in maniera imprecisa e grossolana, con risparmio su finiture e materiali, in particolare per quanto riguarda le pavimentazioni, senza l' impiego del pregiato rivestimento in basaltino originariamente previsto per l' opera
dal punto i vista architettonico generale non mi pare nell' nsieme un capolavoro
la struttura nel suo complesso sembra una serie di parallelepipedi di lamiera zincata, di scatoloni geometrici inseriti nel cortile della ex fabbrica
ma un gioiello è certamente l' agorà, una sorta di piazza centrale coperta che connette tra loro le varie ali del museo
è un grande spazio centrale che accoglie il visitatore, che vi accede attraverso lo scalone d ' ingresso come in un' ascensione a una cupola luminosa, un' area delimitata da pareti curvilinee che disegnano un perimetro quasi floreale, strutture semitrasparenti, che inondano di una speciale luce opalina tutto lo spazio interno
il mudec è un' istituzione mista pubblico-privata, in cui fotografare al museo è purtroppo proibito, ad onta della nuova legge Franceschini, ma per fortuna non è quella espositiva la parte più bella e nell' agorà scattare è permesso
nelle aree espositive solo qualche scatto di contrabbando, col cellulare
a pochi passi da casa mia, in via Tortona, nell' area della ex fabbrica Ansaldo
un' inaugurazione tra le polemiche
l' architetto David Chipperfield, autore del progetto iniziale , non ha poi voluto "firmare" la paternità del risultato finale della realizzazione
eseguita, secondo la sua opinione, in maniera imprecisa e grossolana, con risparmio su finiture e materiali, in particolare per quanto riguarda le pavimentazioni, senza l' impiego del pregiato rivestimento in basaltino originariamente previsto per l' opera
dal punto i vista architettonico generale non mi pare nell' nsieme un capolavoro
la struttura nel suo complesso sembra una serie di parallelepipedi di lamiera zincata, di scatoloni geometrici inseriti nel cortile della ex fabbrica
ma un gioiello è certamente l' agorà, una sorta di piazza centrale coperta che connette tra loro le varie ali del museo
è un grande spazio centrale che accoglie il visitatore, che vi accede attraverso lo scalone d ' ingresso come in un' ascensione a una cupola luminosa, un' area delimitata da pareti curvilinee che disegnano un perimetro quasi floreale, strutture semitrasparenti, che inondano di una speciale luce opalina tutto lo spazio interno
il mudec è un' istituzione mista pubblico-privata, in cui fotografare al museo è purtroppo proibito, ad onta della nuova legge Franceschini, ma per fortuna non è quella espositiva la parte più bella e nell' agorà scattare è permesso
nelle aree espositive solo qualche scatto di contrabbando, col cellulare
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