all' epoca la sua arte, all' arte la sua libertà !
è il magnifico e perennemente attuale motto della Secessione Viennese, il movimento artistico di ribellione alla tradizione nato sul finire del XIX secolo sotto la guida di Gustav Klimt
nella Vienna di fine '800, fucina di progresso in ogni campo dell' arte - figurativa, la musica, il teatro e la letteratura - nonchè della scienza - la medicina, la psicanalisi - e della tecnologia
in una temperie di tale grande fermento e progresso sociale, in un tale clima culturale ed economico che i giovani artisti poterono addirittura contare sul mecenatismo del comune di Vienna, che rese disponibile il terreno situato sulla Linke Weinzeile e dell ' industriale Karl Wittgenstein, che sovvenzionò la costruzione della sede del nuovo movimento
cose impensabili nell' attuale nostra situazione di "spending review" e di tagli alla cultura
la palazzina della Secessione, opera dell' architetto Olbrich, allievo di Otto Wagner, fu progettata come vero tempio dell'arte, esempio di quello "Jugendstil", altrove detto "Liberty" o Art Nouveau", che proprio dal movimento della Secessione prese l' impulso
come a testimoniare della modernità dell' idea, essa è tuttora utilizzata come sede di esposizioni non permanenti d'arte contemporanea, mantendo così la sua funzione di favorire le espressioni artistiche dei tempi nuovi
ma l' opera d' arte che davvero connota la palazzina è il magnifico Beethovenfries di Klimt, il fregio di Beethoven, un murale della lunghezza totale di 34 metri, una serie di pannelli affrescati recuperati dopo decenni di oblio e di abbandono e posti a circondare interamente una lunga sala, concepiti dall'artista inspirandosi alla Nona Sinfonia, interpretata come simbolo di tutte le arti quali mezzo per salvare e redimere l' umanità dall' oppressione, dalla violenza, dal potere, dall'oscurantismo e dalla minaccia di tutte le "forze ostili" alla libertà dello spirito
e dopo varie figure, come quella bellissima della Poesia che con la sua cetra allevia il dolore del mondo, nell' ultimo pannello è raffigurato il bacio, bacio di una coppia circondata da un coro angelico, quello stesso bacio e coro con cui Beethoven e Schiller concludono l' inno alla gioia, dichiarando il loro amore per l' umanità intera, abbracciata in un ideale di pace e fratellanza
Seid umschlunden, Millionen,
Diesen Kuss der Ganzen Welt !
Brüder !