domenica 5 febbraio 2012

resurrezione

a me una foglia morta fa venire in mente la vita
sì, la vita, non la morte
la vita che sempre ritorna, che ostinatamente sempre risorge e non si arrende mai, stagione dopo stagione, generazione dopo generazione
non importa che questa singola foglia non ci sia più, pure era bellissima, ma è  grazie anche ad essa e al suo finire che la pianta nel suo profondo continua a vegetare e prepara la rinascita di nuovi fiori, di nuovi frutti,   di nuove fronde
non importa se noi esseri umani non siamo eterni
forse è sufficiente  se col nostro  passaggio lasciamo un piccola traccia, diamo una mano agli altri esseri (umani e non solo) a sopravvivere, portiamo ciascuno il nostro granello di sabbia del fardello dell' umanità, siamo partecipi di un frammento solo di eternità 
se tutto questo abbia un significato ultimo oppure no io non  lo so
molti danno a questo significato un nome divino, ma  allora è la divinità che deve chiedersi qual è il senso della sua esistenza,  della sua eternità

auferstehen, ja auferstehen wirst du (risorgerai, si  risorgerai), canta il coro possente nel finale della seconda sinfonia di Mahler, ed  evocando un brivido nel profondo fa piangere di tristezza e di gioia questo inno immortale  alla speranza nella continuità della vita
un ascolto, Leonard Bernstein






















Leica M6, Summicron 50, Fuji Neopan 400

1 commento:

  1. "allora è la divinità che deve chiedersi qual è il senso della sua esistenza della sua eternità"...non posso altro che essere d'accordo con te. Un bel racconto ancora una volta, che condivido, perche sono le domande che ogniuno di noi, credo, si porre almeno una volta nella vita... e la fotografia molto poetica. Complimenti!

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