giovedì 9 febbraio 2012

conservazione e restauro

ho visto una luce strana provenire dall' interno della chiesetta
è San Cristoforo al Naviglio, a Milano,  un gioiellino quattrocentesco a due passi da casa mia

entro e vedo potenti fari illuminare  vecchie pareti affrescate e  intonaci scrostati sotto cui si intravvedono antichi mattoni e tutt' attorno sono eretti dei ponteggi

è in corso un' operazione di restauro e due giovani esperte in camice bianco sono al lavoro per ripulire e ravvivare le antiche pareti, con una  somiglianza  che mi colpisce tra la loro  divisa da lavoro e la mia, che invece mi dedico alla cura degli ammalati
mi colpisce anche la loro giovinezza e il modo di fare che appare sicuro, deciso, esperto, lo sguardo serio e attento, il loro  parlarsi scambiandosi indicazioni e commenti e penso a quanti anni di  studio e passione dietro tutto ciò,  per dedicarsi a questo speciale tipo di medicina dell' arte

leggo su wiki che  il restauro e la conservaziione sono nati relativamente da poco, solo   nei primi decenni del '900, negli anni venti e trenta,  nei migliori  istituti di Belle Arti come  Boston,  Londra e Monaco, e - ovviamente - anche  Firenze, all' Opificio delle pietre dure  dove  ad opera di  Ugo Procacci  il restauro diventa una vera e propria discipilina scientifica, non più lasciata ai cosiddetti  "pittori di galleria"

lo studio e l' analisi scientifica dell' opera diventano la base da cui parte ogni lavoro di restauro,  anche mediante l' utilizzo di metodiche  fisico-chimiche e di tecniche come la radiologia,  che ancora curiosamente mi  fanno ripensare all' analogia dei camici bianchi

come nella cura di un paziente, ogni tappa del processo di restauro  viene registrato e documentato, ogni scoperta può tornare  utile  per la cura di un' altra opera d' arte, come di  un altro malato
e come in medicina  anche  nell' approccio al restauro d' arte sono state create delle "linee guida" che dettano la via maestra per procedere scientificamente a chi poi conservatore o medico, applica sempre la sua personale "arte"

nel restauro e conservazione delle opere d' arte, come in medicina, metdodo scientifico e sensibilità individuale, diagnosi e terapia sono dei processi inscindibili
























                                            Leica M3 con Neopan 400,  Fujifilm X10 e X Pro 1

4 commenti:

  1. Un reportage molto interessante per me, anche perche da bambina sognavo di fare un lavoro cosi. Ovviamente la vita mi ha portato altrove. Complimenti. Mi piace che accompagni le fotografie con un racconto sempre interessantissimo. Ciao.

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  2. ti ringrazio Ksenija
    grazie a te ho sempre il 100 % dei commenti positivi ai miei post!
    :-)))
    marco

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    1. :) ti devi fare un po di pubblicita' cosi ti verra altra gente a commentare, ma credo che sempre rimarra 100% di commenti positivi :)

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  3. Che interessante questo reportage. E' un lavoro che richiede molte competenze, artistiche, tecniche, di aggiornarsi..veramente affascinante far rivivere e permettere la conservazione del nostro patrimonio

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