C’ero anch’io sedicenne la notte tra il 20 e il 21 luglio di 50 anni fa con gli occhi incollati al piccolo teleschermo in bianco e nero di allora, che trasmetteva il piccolo passo dell’uomo Neil Armstrong, il grande balzo per l’Umanità.
Credevamo ancora, allora, nonostante gli orrori del ‘900, che la Storia fosse un inarrestabile progresso fatto di graduali passi in avanti nel cammino del genere umano.
Guardando al presente viene da pensare però che in questi 50 anni trascorsi da allora oltre agli innegabili passi in avanti sul piano soprattutto tecnologico, molti passi all’indietro, i passi del gambero che certo Armstrong non aveva previsto, siano stati compiuti nel campo sociale, dei diritti umani e dell’uguaglianza.
Nel mio piccolo di romantico adolescente di allora io pensavo semplicemente, davanti a quelle storiche immagini, che anche se ci avevamo finalmente calcato il piede sopra come umanità, come singole persone invece, come poeti e come innamorati saremmo sempre rimasti incantati nelle notti di luna, a sognare col naso all’ insù.
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