lunedì 6 novembre 2017

Bogush, il polacco

linea 90/91
circonvallazione filoviaria esterna di Milano
la più "popolare"  tra le linee di trasporto pubblico della città, sempre affollata di immigrati e ceti meno abbienti, con vecchio termine la  si potrebbe definire la più proletaria delle linee ATM, nelle ore notturne addirittura un po' pericolosa, con balordi e ubriachi spesso tra i passeggeri

vedo due posti stranamente liberi,  qualcuno si allontana disgustato commentando sul cattivo odore

sedute lì due persone, condizioni igieniche e postura inequivocabili
homeless, clochard,  usare un termine in  una lingua straniera ci fa sentire più  politically correct, ma il significato è lo stesso: barboni

mi avvicino e mi siedo, i profluvi in realtà sono prevalentemente alcoolici, meno peggio di quanto potessi prevedere, abituato per mestiere ad avvicinare esseri umani di qualsiasi condizione

che ore sono, per favore ?  - mi chiede con accento straniero quello dei due in contatto col mondo esterno

inizia così una chiacchierata con Bogush, polacco di Cracovia dal sorriso e sguardo dolcissimi

io dormo per strada e vivo per strada, racconta

ma non vai al dormitorio?  gli chiedo e poi ancora quando il filobus sta passando proprio davanti alla mensa dei poveri Il pane quotidiano: vieni a mangiare qui?

Puah, Marco - Marek in polacco - mi risponde, che postacci !

io vivo solo, sto sempre solo, mi piace stare da solo e mi parla poi di quanto è bella la sua Cracovia e della bellezza dei  suoi monti Tatra e  delle kobiety, le donne del suo paese

è contento e sorridente quando gli propongo qualche scatto col cellulare, mi aiuterà a ricordarmi di questo incontro con lui

solo dopo gli chiedo - e lui accetta -  se ha bisogno di un piccolo aiuto per comprarsi qualcosa da mangiare, raccomandandogli che non lo spenda tutto in vino

è arrivata la mia fermata, ci salutiamo con una stretta di mano e ancora un sorriso







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