voglio terminare l' anno con un adagio
domani sera
sarà il momento per festeggiare, brindare e giustamente tornare alla
pacata speranza e all' ottimismo che sempre e con saggezza devono
guidare la vita per andare avanti
ma oggi uno spazio di
meditazione sul tempo che passa, un pensiero di consapevolezza e
rimpianto per quello che tutti ci lasciamo dietro le spalle anno dopo
anno, la giovinezza lontana, l' energia, la forza di un tempo, le
occasioni perdute e quelle che l ' età non ci permette più di afferrare
come
sempre l' arte - e la musica in particolare - sa esprimere anche
senza parole ma ancora meglio questa sfera di sentimenti
nell'
Adagio che conclude la Nona Sinfonia di Mahler - nella foto la parte
per l' arpa - questo insieme di emozioni viene espresso con intensa
nostalgia e insieme filosofica rassegnazione e accettazione del destino
umano, della sua finitezza e transitorietà, ma con la consolazione di
fare forse parte di un più grande e misterioso " tutto ", di un
disegno della Natura
un sereno distacco e addio
come una sorta di meditazione orientale propongo allora questo ascolto degli ultimi quattro minuti di questa musica che parla all' anima
con in mente le parole che John Axelrod,
allievo di Leonard Bernstein, provando la sinfonia con l' Orchestra
Verdi, ha usato per spiegare ai musicisti la sua interpretazione:
suonate questa musica come se fosse l' ultima che suonaste nella vostra vita
Complimenti per questo bellissimo post Marco. Trovo davvero eccezionale e toccante tutto, il testo, la fotografia e la musica.
RispondiEliminagrazie cara Ksenija, per il tuo commento e per la tua sensibilità
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