inauguarazione oggi della mia mostra IL MESTIERE DELLA MUSICA
O divino potere della musica!
Ecco che la sua anima è rapita!
Non è incredibile che le budella di una pecora
possano tirar fuori l'anima
dal corpo di un uomo ?
Come Shakespeare in Molto rumore per nulla, ha sempre colpito anche me come la Musica, sublime esperienza emozionale e spirituale - scienza delle emozioni, la definiva Gershwin - abbia in realtà una base così materiale e fisica.
Onde sonore, vibrazione di corde, di colonne d'aria, ance e membrane, legno e metallo e in più il corpo del musicista: mani e dita, labbra e guance, braccia e piedi, sudore e saliva ...
Origina proprio da questo contrasto, da questo ossimoro di intellettualità e matericità la mia curiosità fotografica per il mondo della musica, il desiderio di disvelare con l'immagine come essa sia una sorta di sublimazione, la trasformazione di una serie di atti di fisicità e corporeità - di strumenti e musicisti - in una espressione superiore.
Fotografo i musicisti dell'Orchestra Verdi di Milano sedendo in mezzo a loro, con il privilegio di una prospettiva inusuale rispetto a quella del pubblico in sala durante il concerto e osservo il duro lavoro dei professori d'orchestra durante la fatica quotidiana delle prove.
In mano il mio particolare strumento, mi cimento anch'io in una sorta di "sublimazione", trasformare luci ed ombre, sali d'argento e pixel in emozioni visive.
Cerco di raccontare l'impegno nell'esecuzione, nello studio delle parti e nella cura degli strumenti, ma anche i momenti di stanchezza o di
relax, le pause e le distrazioni, il sudore e la sete, le occhiate veloci al cellulare per le notizie da casa o dal mondo, di queste donne e di questi uomini che dedicano la loro vita alla grande musica.
Anziché puntare l'obiettivo verso le
star presenti sul podio direttoriale, mi piace rivolgere il mio sguardo verso questi artisti dal nome meno noto, veri
working class heroes della Musica, senza i quali nelle sale ci sarebbe solo silenzio o rumore al posto di di bellezza e armonia.
Abituato a considerare gli artisti come delle persone speciali in un loro mondo particolare, scopro invece osservandoli e fotografandoli da vicino la loro "normalità".
Con questa selezione di 36 scatti , numero simbolico evocativo della tradizione del vecchio rullino fotografico, rivolti ad alcuni aspetti della quotidianità della loro arte, desidero rendere omaggio a questi grandi artisti e farli sentire un po' più vicini a noi, persone comuni.
le foto esposte sono oltre che nel provino a contatto qui sotto
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