il mese di maggio (im wunderschoenen Monat Mai...) ha rappresentato una sorta di ritorno alla vita, con la fine del lockdown, con cautela e misure per prevenire il contagio, siamo tornati a qualcosa che assomiglia alla vita normale
io ho festeggiato con un giro in bici e con la mia Rolleiflex T, scattando un rullino e concedendomi finalmente la prima birretta all'aria aperta
giovedì 28 maggio 2020
lunedì 18 maggio 2020
nightmare ?
un' immagine frutto di una fortunata e fortuita doppia esposizione che si presta a svariate interpretazioni
una foto senza titolo, perché lasciato alla libera interpretazione dell' osservatore
una foto senza titolo, perché lasciato alla libera interpretazione dell' osservatore
per strizzar l'occhio all'attualità del momento potrei però furbescamente intitolarla
"fase 2"
lunedì 11 maggio 2020
fase 2
fase due, vivere con il SARS-CoV2
come risvegliati da un incubo, la realtà non è però la stessa di prima
una vita diversa a cui ci si deve adattare
le aree giochi dei bambini devono ancora restare vuote, si va in giro da soli o mantenendo il distanziamento fisico
e le mascherine:
fanno parte ormai del nostro abbigliamento, del nostro nuovo comune senso del pudore, se usciamo senza indossarle
lunedì 4 maggio 2020
lockdown
i bambini e gli adolescenti, per gran parte risparmiati se non dall'infezione virale almeno dalle sue più gravi conseguenze mediche, hanno sofferto molto per l'isolamento forzato e saranno forse i più colpiti dalle conseguenze psicologiche future della brusca interruzione dei giochi. della loro vita sociale con i coetanei, la scuola e gli insegnanti
venerdì 1 maggio 2020
il periodo blu
anch'io come Picasso - si parva licet - sto attraversando il mio periodo blu
come tutti confinato in casa dalla pandemia, sto cercando di approfittare di questo periodo particolare per approfondire, studiare, sperimentare cose nuove anche nella mia attività fotografica, per cercare di trasformare il negativo in positivo, insomma
avevo già iniziato qualche tentativo, ora sto imparando l'antica tecnica della cianotipia, in fondo molto più facile ed elementare rispetto alla complessità della stampa fotografica tradizionale del bianco e nero in camera oscura
molta manualità, tra la scelta e il ritaglio del supporto, la diluizione e miscelazione dei prodotti chimici (ferrocianuro di potassio e ferro ammonio citrato) che costituiscono il composto sensibile alla radiazione ultravioletta, la stesura a pennello della soluzione fotosensibilizzante, la stampa a contatto dei negativi - analogici o trasparenti digitali - mediante l'esposizione alla luce solare diretta in questi prime belle giornate di primavera che possiamo godere solo stando alla finestra
mi appassiona, abituati ormai quasi esclusivamente alla fruizione digitale e solo virtuale delle immagini, la materialità e la fisicità delle stampe ottenute su vari tipi di carta per acquarello o anche su banale cartone, e il pensiero di utilizzare ancora oggi una tecnica che risale ormai quasi a 200 anni fa, inventata dall'astronomo inglese John Herschel
come tutti confinato in casa dalla pandemia, sto cercando di approfittare di questo periodo particolare per approfondire, studiare, sperimentare cose nuove anche nella mia attività fotografica, per cercare di trasformare il negativo in positivo, insomma
avevo già iniziato qualche tentativo, ora sto imparando l'antica tecnica della cianotipia, in fondo molto più facile ed elementare rispetto alla complessità della stampa fotografica tradizionale del bianco e nero in camera oscura
molta manualità, tra la scelta e il ritaglio del supporto, la diluizione e miscelazione dei prodotti chimici (ferrocianuro di potassio e ferro ammonio citrato) che costituiscono il composto sensibile alla radiazione ultravioletta, la stesura a pennello della soluzione fotosensibilizzante, la stampa a contatto dei negativi - analogici o trasparenti digitali - mediante l'esposizione alla luce solare diretta in questi prime belle giornate di primavera che possiamo godere solo stando alla finestra
mi appassiona, abituati ormai quasi esclusivamente alla fruizione digitale e solo virtuale delle immagini, la materialità e la fisicità delle stampe ottenute su vari tipi di carta per acquarello o anche su banale cartone, e il pensiero di utilizzare ancora oggi una tecnica che risale ormai quasi a 200 anni fa, inventata dall'astronomo inglese John Herschel
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