come tutti confinato in casa dalla pandemia, sto cercando di approfittare di questo periodo particolare per approfondire, studiare, sperimentare cose nuove anche nella mia attività fotografica, per cercare di trasformare il negativo in positivo, insomma
avevo già iniziato qualche tentativo, ora sto imparando l'antica tecnica della cianotipia, in fondo molto più facile ed elementare rispetto alla complessità della stampa fotografica tradizionale del bianco e nero in camera oscura
molta manualità, tra la scelta e il ritaglio del supporto, la diluizione e miscelazione dei prodotti chimici (ferrocianuro di potassio e ferro ammonio citrato) che costituiscono il composto sensibile alla radiazione ultravioletta, la stesura a pennello della soluzione fotosensibilizzante, la stampa a contatto dei negativi - analogici o trasparenti digitali - mediante l'esposizione alla luce solare diretta in questi prime belle giornate di primavera che possiamo godere solo stando alla finestra
mi appassiona, abituati ormai quasi esclusivamente alla fruizione digitale e solo virtuale delle immagini, la materialità e la fisicità delle stampe ottenute su vari tipi di carta per acquarello o anche su banale cartone, e il pensiero di utilizzare ancora oggi una tecnica che risale ormai quasi a 200 anni fa, inventata dall'astronomo inglese John Herschel
Sigue experimentando: los resultados son formidables
RispondiEliminaMuchas gracias, Joaquin!
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