Pierrot Lunaire di Schönberg
abituato a fotografare in auditorium con l' attrezzatura fotografica di alto livello - reflex digitale con ottiche superluminose + Leica analigica - questa volta - seduto tra il pubblico - mi sono divertito a usare il mio nuovo smartphone
8 megapixel, zoom, messa a fuoco touchscreen
di primo acchito un certo snobismo aristocratico di chi fotografa "seriamente" da una vita mi farebbe rifiutare queste macchinette
trovo insopportabile vedere scattare a braccia tese, senza mirino, la camera lontano dal corpo e dall' occhio, il riverbero della luce ambiente che rende invisibile lo schermo, la mano che trema un po'...
ma in fondo è la democrazia dell' immagine: quello che si perde in qualità tecnica lo si può guadagnare in spontaneità e immediatezza e la possibilità di poter sempre registrare un' immagine che ci interessa e di condividerla rapidamente in rete avvicina molte persone al gusto della fotografia, che altrimenti non frequenterebbero
se una volta si tirava fuori dal portafogli un cartoncino sgualcito con il ritratto della mamma o della fidanzata, del cane o del figlio, ora abbiamo a disposizione intere gallerie di immagini nel nostro taschino o nella borsetta, da esibire con orgoglio ad amici, parenti e conoscenze occasionali
non è un' alternativa alla fotografia di qualità, ma è pur sempre una possibilità in più di fare e godere dell ' immagine
così l' altra sera è stato solo un gioco, una prova, ma anche un' esperienza piacevole in un contesto nel quale altrimenti non avrei potuto scattare
non per niente mi sono da tempo inventato un mio personale "proverbio cinese" che recita:
la miglior macchina fotografica del mondo è quella che uno ha in quel momento con sè
tornando alla musica:
magnifica la prova del direttore Ruben Jais, dei sei strumentisti dell' Orchestra Verdi e della
splendida - di voce e di aspetto - mezzosoprano Annette Jahns
Il proverbo cinese mi sembra abbastanza saggio :)
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