il corno è uno strumento dal suono particolare che in orchestra ha sempre un impatto emotivo profondo.
evoca suoni di natura, echeggiando immagini di foreste, di grandi distanze, di lontananza
Olympus OM1 - Ilford HP5 Plus
il corno è uno strumento dal suono particolare che in orchestra ha sempre un impatto emotivo profondo.
evoca suoni di natura, echeggiando immagini di foreste, di grandi distanze, di lontananza
Olympus OM1 - Ilford HP5 Plus
per celebrare il centesimo anniversario dell'uscita dalla prima Leica nel 1925 la casa di Wetzlar, ora quasi completamente votata alla fotografia digitale, salvo che per il ritorno in produzione di una nuova versione della mitica M6 nel 2022, bel segnale che la fotografia argentica continua a vivere e non solo a sopravvivere, ha commercializzato una "nuova" pellicola in bianconero, la Leica Monopan 50
una pellicola che con la su a bassa sensibilità e la sua altissima definizione sembra fatta apposta per accompagnare i superluminosi obiettivi Leitz, capaci di fornire ottime prestazioni ottiche anche a tutta apertura
in realtà la pellicola non è prodotta da Leica, ma si tratta del rebranding della ottima e già nota e apprezzata Adox HR 50, che costa circa la metà della versione con il blasonato bollino rosso
io comunque ne ho preso un rullino, e ho conservato il bel contenitore nero con il suo bel bollino rosso Leica per farmi un portachiavi da leichista 😊
poi continuerò a usare la Adox
qui di seguito alcuni scatti, Leica M6 e Leica Monopan 50
gli incendi ogni anno devastano ettari di boschi e macchia mediterranea in Sardegna
un servizio guarda-incendi a Punta Nuraghe
Ricoh GR3x
nave scuola allievi sottufficiali Marina Militare
varato a Nantes nel 1934 col nome di Commandant Louis Richard e dal 1951 acquistato e ribattezzato dalla Marina italiana
a bordo 84 uomini d’equipaggio e una quarantina di allievi
in queste immagini ripresa nel porto di Olbia
a pochi minuti da casa mia, uno dei miei luoghi del cuore
Hasselblad SWC, Carl Zeiss Biogon 38 mm, Kentmere Pan 100
ho tanti anni dietro le spalle e cosi tra le prime foto che ho scattato da ragazzo, con la vecchia e tuttora funzionante Leica III sottratta a mio padre, c’è anche questa della fine degli anni ‘60, delle lavandaie inginocchiate al lavoro presso il Ponte degli Scalini sul Naviglio Grande a Robecco
anche Trieste è diventata meta/tappa delle grandi navi da crociera e di quel tipo di turismo di massa “mordi e fuggi”
non viaggiatori interessati a vivere, capire e entrare in contatto con luoghi e culture diverse, ma solo a esperienze fugaci e qualche selfie nelle labili memorie dei telefoni cellulari
e la città si adegua, le grandi catene di punti vendita e consumo delle multinazionali hanno preso piede stabile anche qui
non più solo le austere facciate asburgiche, ora su Piazza Unità d’Italia guardano anche le centinaia di piccole cabine di questi alveari viaggianti
Gianni Berengo Gardin ci ha lasciato ieri all’età di 94 anni e a noi resta la sua grande eredità culturale e fotografica: un’idea della Fotografia basata sulla verità della realtà, anziché sulla manipolazione post-produttiva o sulla costruzione immaginaria della cosiddetta intelligenza artificiale.
sempre più raro oggi incontrare persone con lo sguardo non concentrato su un dispositivo elettronico, telefonino o tablet che sia
leggere i quotidiani cartacei, che un tempo dispiegati a braccia aperte tanto spazio occupavano sui mezzi pubblici, è un'attività passata di moda e purtroppo anche le versioni digitali dei giornali sono poco lette, le informazioni consumate velocemente sui social, spesso senza controllo di qualità e attendibilità
mi emoziona sempre allora imbattermi in pubblico in lettori e lettrici concentrati su quei rari oggetti che chiamiamo libri e mi attirano come interessanti soggetti fotografici
se poi oltre al libro le delicate mani della lettrice reggono anche una rosa, la prosa si trasforma quasi in poesia